mercoledì 22 settembre 2010

Vi saluto!!!

Non ha più senso... o almeno non lo trovo, non lo vedo.
Tenere un blog perchè??? Per parlare del mio attuale, enorme, insopportabile dolore? Per farmi compatire o per avere abbracci virtuali che però non scaldano, non aiutano sul serio?


E' stata una bella avventura, iniziata quasi tre anni fa, ma che adesso deve concludersi.
Non ho più la testa per occuparmi del blog, non ne ho più la forza.
Mi dispiace, non potete immaginare quanto... eppure sento che è meglio così!!!


Vi saluto, amici cari.
Fuori c'è un vento teso che scuote le fronde delle querce della mia via e anche nel mio petto qualcosa è scosso... direi squarciato.
Un'attesa infinita si sprospetta e io non voglio tediarvi. Adesso potrei darvi solo quello!!!


Se a qualcuno di voi fa piacere, potete contattarmi all'indirizzo che ho segnato a fianco.

Non riesco più a scrivere, non riesco più a proseguire... Perdonatemi!!!
Se mai un giorno tornerò alla rete lo farò con un nuovo blog e vi ricontatterò, uno per uno!!!

Questo blog, la Casa della mia Anima, muore qui!!!

Un abbraccio a tutti
Francesca

giovedì 16 settembre 2010

Appuntamento mancato causa forza maggiore

Si, lo so... doveva essere il primo appuntamento con la ricetta della settimana (l'avevo anche già scelta!!!), ma devo rimandare alla prossima settimana per due motivi validi.
Il primo è che Marta è a casa con la febbre a 38°. Adesso sta dormendo ma non posso lasciarla sola e quindi sono impossibilitata ad uscire per andare a fare la spesa per la ricetta. Il secondo motivo è che, tornato da Roma ieri sera, Roberto deve assolutamente trovare un posto in montagna per andare a soggiornare almeno uno-due mesi. Qui non ci può più stare. Ha bisogno di aria pulita e fresca per rigenerare il suo apparato respiratorio e per ritrovare un po' di forze. Per il momento si è rifugiato in campagna, ma bisogna fare in fretta!!! E così mi sono attaccata al computer e al telefono alla ricerca del posto adatto, non troppo lontano, per poterlo raggiungere in qualsiasi momento, ma abbastanza in alto per poter godere al massimo dei benefici dell'aria buona.
Perdonatemi. Sarà per la prossima settimana!!!

martedì 14 settembre 2010

La Pietà

Quando son o stata a Roma con Marta, lo scorso anno, mi sono commossa davanti a questa opera straordinaria.
Queste foto meravigliose vi descriveranno meglio di mille parole la grandezza e il genio di Michelangelo.


La Pietà di Michelangelo

francogarufo | Video musicali MySpace


Resto senza parole di fronte a tanta perfezione e bellezza!!!
La cosa che mi sorprende non è solo la perfezione dei particolare, ma anche come l'Artista abbia saputo dare il senso del peso del corpo morto abbandonato tra le braccia della madre e la fatica della Vergine nel sostenerlo.

Vi consiglio di vederlo a schermo intero!!!

lunedì 13 settembre 2010

Stupitevi. Stupiteli.

Alchemilla (http://www.lacasadialchemilla.com) propone questo articolo tratto da un importante quotidiano uscito ieri...
Ve lo ripropongo perchè trovo questo pezzo meraviglioso ed esaltante. Quando leggo queste cose desidererei ardentemente fare l'insegnante, al di la delle difficoltà, al di la dello stipendio, al di la dei mille bastoni tra le ruote e dei lacci che stritolano...


Cari colleghi professori,
mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.
Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.
Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.
Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.
Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.
Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.
Stupisciti. Stupiscili.

Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione - 12 settembre 2010

domenica 12 settembre 2010

Si ricomincia...

Chissà quanti di voi avranno fatto un post sull'inizio della scuola... ma è un evento che emoziona i bambini e non posso farlo passare senza dedicargli almeno un pensiero.
Per noi è un inizio caratterizzato da una grande incertezza: si sa dove si comincerà ma non possiamo essere certi su dove finirà quest'anno scolastico!!!
Gli insegnanti, i compagni, la scuola... tutto potrebbe cambiare "in itinere" e ai ragazzi non posso dare nessuna certezza.
Mi piange il cuore al pensiero che forse dovranno lasciare gli amici e qusta città, ma la salute di Roberto viene prima di qualsiasi altra cosa.
Molto probabilmente, se la diagnosi verrà confermata, andremo a vivere in Liguria, ma un po' all'interno, in posizione abbastanza elevata.
Li il clima è sicuramente più favorevole per una persona che dovrà passare gran parte del proprio tempo all'aperto...
Inevitabilmente il mio pensiero corre a Dorisiana (http://castellaronedeisemplici.blogspot.com/) e il mio cuore si tranquillizza.
Non sarà una vita facile, ma certamente sarà una vita più vera!!!
...e i ragazzi si adegueranno!!!

Un abbraccio
Francesca

giovedì 9 settembre 2010

Solo sale???


Il sale... pensavo fosse solo sale!!!
Si, sapevo che c'era il sale marino, il sale fossile, la salgemma ma... pensavo fosse solo sale!!!
Continua il mio viaggio di scoperta nel mondo della chimica e nel mondo delle mille schifezze che l'industria alimentare è capace di addizionare alle cose che mangiamo, a volte con una fantasia sfrenata e spesso con una assoluta inutilità!!! In poche parole, siamo avvelenati a volte senza alcun motivo reale!!!

Il sale, per esempio, contiene antiagglomeranti e additivi chimici (come ferrocianuro di potassio - il nome mi ispira poco!!!).
Ho scoperto che esistono sali biologici che non hanno subito questo tipo di trattamento e per me è stato un vero sollievo!
Allora mi chiedo: se è possibile produrre un sale senza additivi chimici e antiagglomeranti, perchè allora si continua a produrre sale che ci avvelena lentamente? E soprattutto, perchè nessuno ce lo dice? Perchè sulle confezioni non c'è scritto niente al riguardo?

Ho trovato notizie sul sale in questo articolo http://www.promiseland.it/2008/11/18/il-sale-quale-scegliere/ tratto dal sito Promiseland. E' davvero molto interessante!!!

Un bacio a tutti

Francesca

P.S. Mi rendo conto che il mio blog sta cambiando... ma è il mio mondo, la mia vita, che sta cambiando, molto velocemente anche!!! E il blog rispecchia questo cambiamento!
In questi giorni, di attesa e di tempo che non passa mai, il mio pensiero è sempre fisso sulla malattia di Robi e inevitabilmente questo spazio rispecchia i miei pensieri.

martedì 7 settembre 2010

Dalla prossima settimana...

Mi piace cucinare anche se non sono bravissima. Cucinare mi rilassa e lo faccio volentieri anche dopo una lunga giornata di lavoro.
Mi piacciono soprattutto i libri di cucina. Ne ho uno scaffale pieno eppure... non li apro mai, non li uso mai, tranne rarissime volte!!!
Ispirata da un libro che non mi è particolarmente piaciuto a dire il vero (Julie&Julia), ho deciso che una volta alla settimana prenderò in mano uno dei miei libri ed eseguirò una ricetta a scelta.
L'idea di fondo del romanzo della Powell mi è piaciuta e trovo che in questo momento fare dei progetti, anche se piccoli, anche se apparentemente sciocchi, possa solo farmi del bene.
Ho scelto come giornata settimanale il giovedì... Il giovedì non lavoro, quindi ho tempo per scegliere la ricetta, andare a fare la spesa e cucinare.
E poi mi piace viziare un po' sia i miei figli che mio marito!!!
Aspetto la prossima settimana, quando Marta e Gio avranno ripreso la scuola. Il piatto che preparerò sarà servito a pranzo e nel pomeriggio farò un post dove pubblicherò la ricetta, le foto e vi racconterò le difficoltà incontrate o le eventuali varianti apportate...
Che ne dite? Vi piace l'idea???
Naturalmente le ricette saranno Bio al 100%!!!

Vi abbraccio forte
Francesca

lunedì 6 settembre 2010

E' ora che si sappia la verità sull' MCS


Ancora una lettera sull' MCS... Prometto che sarà l'ultima, ma credo che sia importante sapere certe cose. Anche per me è una realtà del tutto nuova.


E’ ORA CHE SI SAPPIA..…

Lettera aperta del Prof. Giuseppe Genovesi sulla Sensibilità Chimica Multipla, o MCS.

Al di là di come si voglia definirla, la “Sensibilità Chimica Multipla” è una patologia in evidente aumento, a causa delle condizioni ambientali progressivamente peggiorate negli ultimi 15 anni. Ma che cosa è?..... E’ una malattia che si manifesta con una progressiva intolleranza nei confronti di sostanze chimiche di varia origine, soprattutto se volatili, e tale intolleranza si esprime con una sintomatologia talmente multiforme ed aggressiva a carico praticamente di ogni organo e apparato a tal punto che il paziente, all’inizio incredulo e disorientato, viene completamente sopraffatto dalla situazione. E’ qui che inizia il pellegrinaggio da un medico all’altro. Dopo avere fatto effettuare al paziente un lungo percorso di analisi di routine spesso seguite da approfondimenti ed esami talvolta invasivi e costosi in termini sia economici che psicologici, già così provato e scioccato da quanto gli sta accadendo, trasformandogli il pellegrinaggio in calvario, il medico scambia la malattia per una nevrosi o peggio per una psicosi e invia il paziente da quello che ritiene lo specialista definitivo, lo psichiatra, o se ritiene di farne a meno addirittura lui stesso gli prescrive degli psicofarmaci SENZA CONOSCERE ALCUNCHE’ SULLA PATOLOGIA DI FRONTE ALLA QUALE SI TROVA.
Così il malato si trova ad affrontare anche lo scetticismo dei parenti, che hanno ovviamente difficoltà a credere in quello che il paziente descrive, soprattutto dopo essersi sentiti dire dal medico: “BISOGNA CHE LO PORTIATE DALLO PSICHIATRA”. Ed è qui che il carico stress correlato, causa delle esacerbazioni della patologia stessa, avvia il paziente verso acutizzazioni ed alterazioni del quadro che diviene via via sempre più grave, intricato ed apparentemente inaffrontabile.Studio questa malattia da alcuni anni e sono un medico specialista in endocrinologia, in psichiatria ed in immunologia, e, grazie anche alle ricerche svolte su questa patologia in questi anni, credo di aver raggiunto una competenza sufficiente per permettermi di fare una serie di considerazioni in merito. Purtroppo mi trovo spesso a confrontarmi con colleghi la cui arroganza è tale da non consentir loro di guardare più in là della radice del proprio naso…..nemmeno della punta….., medici che negano l’esistenza dell’MCS pur non conoscendo affatto le caratteristiche genetiche e conseguentemente metaboliche, della malattia, medici che, anziché pensare con la loro testa e, una volta tanto nella loro vita, studiare nel senso più universale del termine, preferiscono riferire le decisioni di “Commissioni” che si auto nominano in ambienti dove la medicina è dominata dalla politica, che scelgono di “dichiarare che l’MCS non esiste…….IGNORANTI che fanno della loro ignoranza un vanto, che ritengo corresponsabili della grave sofferenza e del disagio che la maggior parte dei malati di MCS si trova a dover affrontare ogni giorno, corresponsabili della scelta di alcuni di togliersi la vita….certo, proprio così, chi legge probabilmente non sa che nelle scorse settimane ben 2 pazienti, disperati, si sono suicidati.
Bene, sappiate tutti allora che L’MCS esiste ed è legata ad una difficoltà ad eliminare numerosissime sostanze chimiche, una difficoltà sostenuta da mutazioni genetiche presenti in parte dalla nascita ma che non si sarebbero mai espresse in forma di malattia se i malcapitati affetti fossero vissuti in un contesto ambientale idoneo (tanto per capirci chi vivesse in un’isola del pacifico cibandosi di frutta e verdura senza pesticidi, pesci e carni senza conservanti, ormoni, antibiotici e quant’altro, pur avendo la predisposizione genetica non si ammalerebbe mai).
In più si dà anche il caso che in determinate circostanze l’inquinamento sia tale da provocare al soggetto un’alterazione genetica EX NOVO, cioè che non esisteva dalla nascita, che lo fa ammalare.
Le indagini che il sottoscritto, con la preziosissima collaborazione dell’associazione dei malati di MCS, “AMICA”, ponte tra il mio Dipartimento di Fisiopatologia Medica del Policlinico Umberto I di Roma e l’IDI di Roma, istituto questo che possiede laboratori adeguatissimi e soprattutto “know how” adeguato, eseguite dietro mia specifica prescrizione su moltissimi pazienti affetti da MCS, hanno finora prodotto risultati eccezionali che confermano quanto ho appena dichiarato. Abbiamo una casistica di circa 200 casi, 70 già screenati, che presentano dei risultati incontrovertibili; il 100% dei pazienti possiede infatti un’alterazione funzionalmente molto significativa di un gene che produce un’enzima fondamentale per eliminare i radicali liberi, il 90% circa possiede una spiccata riduzione funzionale di un altro enzima chiave nell’eliminazione dei radicali liberi ed è superfluo dire che, ovviamente, i controlli fatti su persone non affette dall’MCS, hanno mostrato le alterazioni esaminate solo in circa il 20% dei casi, e la maggior parte delle volte non associate tra di loro come invece accade nell’MCS. Ma l’elemento più significativo e paradossale, forse, è che la maggior parte dei malati di MCS ha un’alterazione funzionale di una classe di enzimi che servono a metabolizzare le benzodiazepine e i neurolettici cioè proprio quella classe di farmaci che i medici ignoranti prescriverebbero ai pazienti, ritenendoli “picchiatelli”; non solo quei farmaci sarebbero inefficaci come sedativi o deliriolitici, ma soprattutto sarebbero estremamente pericolosi su un organismo non in grado di utilizzarli correttamente ed eliminarli adeguatamente.
Il 20 marzo avrò un ulteriore incontro con la Regione Lazio con la quale stiamo cercando di puntualizzare la diagnostica e la terapia da offrire ai malati di MCS, i suggerimenti dovrebbero consentire a chi di dovere di identificare il centro di riferimento regionale e poi, sulla scia, quello nazionale per la diagnosi e la cura dell’MCS. Spero che prevalgano i dati e le competenze acquisite rispetto alle ragioni politiche e clientelari, che sono il male cronico del nostro paese.
E’ follia tutto ciò? No, è solo la realtà dei fatti in un paese in cui non c’è rispetto per la “diversità” e non c’è cultura per comprenderla; io lotto per tutto ciò e conduco questa lotta, consapevole dei rischi, e la conduco in qualità innanzitutto di uomo: un uomo che è anche medico, e presidente della Società italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia, che da sempre agisce seguendo una linea per la quale le verità scientifiche debbano essere divulgate anziché tenute nel cassetto. Ed ancora di più conduco questa lotta nella mia qualità di Presidente di una Associazione per la tutela dei consumatori, la SOS UTENTI, che in Italia conta oltre 30.000 iscritti e che ha voluto proprio quali utenti prioritari nel proprio statuto i malati di MCS, nella consapevolezza delle gravi carenze socio-economiche sanitario-assistenziali alle quali gli stessi sono soggetti.
Per questo e per evitare che ancora accada tutto ciò, che altre vite siano distrutte o perdute, mi metto a disposizione di qualsiasi network che voglia conoscere i dettagli.

Prof. Giuseppe Genovesi
(Presidente associazione SOS UTENTI e della Società italiana di Psico Neuro Endocrino Immunologia, ricercatore presso il Policlinico Umberto I di Roma)
La cosa che mi colpisce di questa lettera è che l'iter dei pazienti descritta dal prof. Genovesi ricalca in toto quella fatta in questi anni da Roberto. Anche lui, non creduto, è stato mandato da uno psichiatra che gli ha prescritto farmaci che l'hanno quasi ammazzato!!!!!!!!!
Anche lui è rimbalzato da uno specialista all'altro e quasi tutti gli ripetevano che i sintomi da lui provati erano conseguenza di ansia e depressione e che non erano reali....
Da alcuni è stato addirittura trattato male e liquidato come un commediante ipocondriaco!!!
Eppure l'MCS esiste ma quasi nessuno la conosce!
Speriamo che queste umiliazioni, almeno quelle, siano finite!!!
Un abbraccio a tutti
Francesca

sabato 4 settembre 2010

Malata d'ambiente

Lo so, la lettera è un po' lunga, ma vale davvero la pena leggerla. E' illuminante!!!






MALATA D'AMBIENTE



Come spiegare che ho una vita non vita?Come spiegare che non ho più la padronanza di me stessa, che non posso più gestire la mia vita, i miei pensieri, le mie parole, il mio lavoro, le mie decisioni, i miei sentimenti, le mie emozioni e sensazioni, i miei affetti? Come spiegare che tutto ciò che ti circonda ti può essere nocivo, nemico, letale, distruttivo; che tutto quello che con tanta fatica e soddisfazione hai creato, comprato, indossato, non puoi più tenerlo, senza sapere e capire perché? I tuoi mobili sono soffocanti e repellenti ma nessuno ti ha mai detto perché. Lo scopri quando ti dicono che contengono formaldeide e che quindi tu ne sei intossicata. I tuoi vestiti e tutto il loro contenuto sono contaminati e allora cominci a lavarli ripetutamente ma più li lavi e più senti che c’è qualcosa che ti fa star male.
Mi sto facendo la doccia e mentre mi lavo i capelli ho un malessere, ma poi mi passa; uso il bagnoschiuma ed ecco un altro malessere e poi passa. Uso il balsamo e ancora la stessa cosa. Passo al dentifricio: conati di vomito, tosse; bevo tanta acqua e piano piano mi passa. Metto la crema sul viso, ancora un malessere; mi trucco, uso solo prodotti buoni e costosi sulle cui etichette c’è scritto “nessun grasso animale, no profumo”, ma ho come dei colpi di tosse convulsa. Penso di essermi raffreddata: mi vesto, metto il mio profumo come tutti i giorni, fa parte di me, dei miei gesti quotidiani, ma nuovamente tosse. Sembra asma. Ma io non soffro d’asma!!!Ho un dolore improvviso alla testa ed uno strano bruciore e penso: “Forse mi sta venendo l’influenza”. Poi ci rifletto e mi accorgo che non ho mai avuto problemi di salute e non mi sono mai ammalata prima dei 31 anni. Si, i miei 31 anni: piccola, magra, atletica, in perfetta salute, memoria incredibile, forza fisica quasi fuori dal normale, instancabile. Non ho mai avuto paura di niente, riuscivo a fare tantissime cose. Ero e sono ipercinetica e iperattiva. Un giorno esco per andare al lavoro, entro in macchina. Dal condotto dell’aria avverto qualcosa, come un odore amaro. Chiedo al mio compagno ma lui non lo sente. Insisto, sento la bocca impastata, come se uno strato di polvere appiccicosa si fosse fermato nel palato, nella gola fino ad arrivare nello stomaco, la lingua è come stordita, gonfia. Non capisco, sono cose nuove per me, non le comprendo. Scoprirò, dopo, che sono polveri sottili, smog, nemico invisibile ma tangibile. Faccio rifornimento di carburante: “Oh, cavolo, cosa mi succede?”. La benzina, il diesel è come se lo avessi bevuto, mi brucia la stomaco, ho mal di testa, bruciore, nausea e subito dopo dolori muscolo scheletrici. Divento di un colore tra il giallo ed il verde. Boh!?! Dopo qualche chilometro mi sento meglio, sono come sgualcita. Vado a fare colazione. Cappuccino e cornetto: al primo sorso penso “Cosa succede? Cosa ha questo cappuccino? Sa di detersivo.”Ne faccio fare un altro ma anche questo ha lo stesso sapore. Mi indispettisco, mordo il cornetto: colpo di tosse. “Cosa contiene il cornetto? Fa schifo, ha un sapore strano!”. Penso sia andato a male, lo butto, ho un sapore orrendo in bocca e devo toglierlo. Così prendo una pasta all’uvetta e sento di nuovo un sapore amaro in bocca. Capirò, dopo, che sono i conservanti, il detersivo delle stoviglie ed il sale chimico usato per pulire la macchina del caffè che mi fanno questo effetto.
Vado in negozio, devo allestirlo per l’apertura. Mi assalgono gastroreflusso, acidità, mal di stomaco, nervosismo. “Cosa mi succede? Io non sono una persona malaticcia e volubile!”. Mi sento gonfia. In futuro saprò che sono la concia della pelle e la formaldeide usata nell’industria dell’abbigliamento a farmi questo effetto. Ed in seguito saprò che lo stesso vale anche per calzature, mobili, ferramenta, nautica, casalinghi, sanitaria, profumeria. Praticamente non posso più lavorare. Decido di andare dal parrucchiere all’ora di pranzo; mangio un panino. Mentre mi lavano i capelli il panino torna su. E’ come se mi avessero messo in una centrifuga, ho di nuovo mal di testa, senso di spossatezza, dolori al fegato, dolori articolari. Giorno dopo giorno sto sempre peggio, senza riuscire a capire o a darmi spiegazioni. Sto male ed una molteplicità di sintomi si impadroniscono di me, giocando a nascondino, appaiono e scompaiono, come in un gioco di prestigio. Un momento ho una forza quasi sovrannaturale e poco dopo mi appoggio ovunque senza forze. Finalmente è ora di andare a letto, non vedo l’ora di prendere il mio libro, amo leggere! I libri fanno parte di me, hanno un ruolo importante nella mia vita. Ho la fortuna di non dormire mai e leggo per nottate intere. Apro il mio libro, uno strano bruciore mi assale, la testa, le narici, nausea, tachicardia. Non capisco. Mi alzo per farmi una tisana. Sto meglio, torno a letto e riapro il libro. Ma questa volta in una frazione di secondo vomito la tisana sul libro senza potermi fermare. Ripenso alla mattina e deduco che sto ancora male a causa della colazione o del panino che ho mangiato a pranzo. Non avevo ancora capito. In seguito ho dovuto portare via tutti i libri da casa mia. Giuro che mi ha fatto più male separarmi dai miei libri che da tutto il resto. Niente aveva più valore dei libri, neppure anelli, collane e altre cose costose. Inizio a fare esami, indagini diagnostiche, a consultare professori e luminari. Sempre la stessa risposta: “Signora, lei è in ottima salute, si vede anche dal suo aspetto. Sicuramente è stress!”. Che parola insignificante, la si usa ormai con troppa facilità, anche per guardarsi allo specchio! Ancora ricoveri, cliniche, ospedali, a pagamento e non.
E ancora diagnosi: “Si riscontra visibile perfetta forma fisica e clinica….la paziente soffre di stati d’ansia…..somatizzazione ecc.”. Boh? Ma cosa dicono? Mah! Io non ho mai sofferto di ansia, non ne ho neppure il tempo e neanche la conosco. Fra un esame, un ricovero, un luminare e l’altro, continuavo a lavorare e ogni giorno scoprivo qualcosa da eliminare dalla mia vita: profumi, detersivi, pesticidi, spray e soprattutto deodoranti per ambienti a spina. Con uno di questi deodoranti sono andata in shock anafilattico e mi sono salvata solo perché ero a 400 metri dall’ospedale San Camillo di Roma. Mi sono risvegliata attaccata all’ossigeno, con 2 flebo ad entrambe le braccia. Cosa sta accadendo alla mia salute? Perché mi dicono che io sono sana se ho tutti questi problemi? Di nuovo un calvario: ospedale, clinica, professori ecc. Dopo 7 anni la mia malattia ha un nome: Sensibilità Chimica Multipla Sistemica Complessa – MCS.
E’ una sindrome immunotossina, multi organo, multi sistemica, progressiva, invalidante al 100%.
Non avevo compreso un granché, o non volevo. Era tutto così incredibilmente sconosciuto a tutti!La mia ASL, tramite il mio medico, mi comunica che il numero verde per le malattie rare segnala l’ospedale S. Orsola di Bologna come centro di riferimento. Li contatto immediatamente, ma rispondono al telefono solo 2 ore ogni Venerdì. E’ un servizio diretto dal Dottor Francesco Saverio Violante, medico del lavoro. Non commento. A fine 2006 e inizio 2007 mi hanno intervistata telefonicamente per mesi. Così decido di andare da loro personalmente. Mi ricevono al quinto piano, nel reparto di Medicina del Lavoro, un reparto in corso di ristrutturazione. Avrei dovuto capire l’inadeguatezza del posto già da dove mi avevano ricevuto. Mi fanno una serie di test psicologici e fanno lo stesso le altre 4 volte successive. A mia richiesta se potevano farmi visite ed esami in day-hospital mi sono sentita rispondere che quello era il protocollo. Avrò chiesto 20 volte se esisteva un centro specializzato al mondo ma la risposta era “no”. I test a cui mi sottoponevano venivano fatti da 2 laureande che facevano pratica e da un medico del lavoro, il quale lavorava lì part-time e solo per 9 ore al mese. Il 13 Luglio 2007 vengo sottoposta a quasi 7 ore di test psichiatrici e quando chiedo che cosa stanno scrivendo e se chi ha la mia malattia ha bisogno di indagini diagnostiche particolari, ricoveri, cure adeguate in ambienti protetti, mi sento rispondere che questo è tutto ciò che passa il Ministero della sanità e che devo accontentarmi. Dopo un anno e mezzo di test psicologici e psichiatrici peggioro progressivamente. Non cammino quasi più, parlo malissimo e ad intermittenza; non tollero più alimenti, vestiti, tutto ciò che mi circonda. Forse sto morendo. Per 63 giorni vengo portata al mare lontano da tutto e da tutti, in un fazzoletto di spiaggia. Dormo all’aperto su una brandina di tessuto. Mi lavo con acqua in bottiglia, e quel poco che mangio è cibo cotto nella ceramica. Riesco a riprendermi pian piano ma è inutile cercare di descrivere il disagio di chi mi stava vicino facendo la guardia affinché di notte non fossi avvicinata da animali liberi. E’inutile che parli di tutto quello che può comportare il vivere allo stato selvaggio.
Ma alla fine ho vinto io. Sono quasi nove anni ormai che la mia famiglia e tutti quelli che mi stanno intorno usano solo quello che tollero, che cercano di evitare il più possibile quel che mi fa stare male. Ma nessuno può alleviarti il dolore che hai nell’anima, quello che ti rende consapevole di quanto soffrono le persone che ti amano perché si sentono impotenti, dell’angoscia che le accompagna perché hanno paura che tu possa morire. Il terrore tangibile che io ceda psicologicamente per una situazione così assurda, fantomatica, si legge nei loro occhi anche se sorridono. E’ tutto visibile. Mi fa male ricordare mia madre che piangeva tenendo le braccia dietro la schiena per non abbracciarmi, perché non la tolleravo più. Singhiozzando mi diceva: “Non ti abbraccio perché ho paura di farti stare male”. E’ ancora bruttissimo ricordare quando arrivavo a casa di mia madre e lei e le mie sorelle facevano le corse per coprire i mobili con l’alluminio perché sentissi meno la formaldeide, chiudere il cane nell’orto, staccare la spina del televisore o qualsiasi cosa elettrica perché ero anche elettrosensibile. Si cambiavano in fretta d’abito perché non avessi fastidi. Mia madre si lavava convulsamente la gamba su cui aveva messo la pomata per i dolori. Andavano a chiedere ai vicini di ritirare i panni perché sentivo l’ammorbidente ed il detersivo. E cosa dire di quando era ora di andare a letto e bisognava cambiare ripetutamente le lenzuola finché trovavo quello più sopportabile per me? E cosa dire della carta igienica comprata in 5 posti diversi perché sentivo l’odore dei detersivi? Proibivo a tutti il dentifricio e li obbligavo a lavarsi i denti con il bicarbonato. Nel raccontare questa piccola parte della gestualità quotidiana violata, vorrei far capire che ci vuole, oltre che una gran forza di carattere, anche un grande senso dell’umorismo per sdrammatizzare questa assurda condizione. Soprattutto ci vuole grande equilibrio e stabilità psichica. Ma, come ho già detto, ho avuto la fortuna di avere persone che hanno capito una realtà sconosciuta e che mi conoscevano bene, che mi hanno rispettata senza umiliarmi e farmi pesare le privazioni a cui dovevano sottoporsi per causa mia.
Ci sono dei malati che vorrebbero farmi tacere perché hanno paura di essere presi per matti o per persone con dei problemi psichici. Ma io non sono d’accordo. E’ vero che situazioni e condizioni del genere possono farti entrare nel tunnel della depressione, della disperazione, soprattutto se non si è creduti dalla famiglia stessa, se si è derisi per il proprio comportamento o sminuiti dal medico e da chi non sa o non vuole sapere. Ma io credo ancora nelle persone se queste vengono informate adeguatamente, senza fare terrorismo, spiegando che non tutti necessariamente si ammalano. Tornata dagli Stati Uniti ho cominciato una battaglia, forse inutile, ma che disturba un po’: una raccolta di firme per l’apertura di un centro adeguato in Italia. Inoltre cerco di dare anche informazioni cartacee che spiegano la malattia. E’ incredibile quante persone allergiche, o con altre patologie hanno eliminato il chimico e tutto ciò che eliminiamo noi e quante lo hanno fatto dopo. Ho cominciato a scrivere riguardo a tutto ciò che è collegato all’argomento. La cosa più devastante è stata effettuare un sondaggio tra i malati di SLA ed i loro familiari. Tutti quanti avevano i miei disturbi, ma la cosa peggiore è che l’ipersensibilità verso la chimica veniva fuori dopo che la malattia era conclamata. Capisco che è difficoltoso comprendere ma, per assurdo, l’ipersensibilità al chimico è una difesa, è come una spia sentinella che ti avverte prima che il danno diventi irreversibile.


Sono di fronte al mare, al porto di Gaeta. Riconosco la barca Walkiria, la barca del bimbo che vive sul mare. Ricordo che ci hanno fatto anche un film e ricordo che anche lui ha la sensibilità chimica ed è per questo che i suoi genitori, per salvargli la vita, hanno donato la loro esistenza al mare. E vi dirò che la realtà è completamente diversa dalle belle storie dei film. Ci ho messo 3 giorni prima di avere il coraggio di presentarmi, ma ci sono riuscita. Mi hanno accolto con gentilezza ed ho trovato delle persone eccezionali e Niki è un bimbo, ormai un ragazzo, veramente unico e speciale. Tramite le loro indicazioni mi sono rivolta al Professor Giuseppe Genovesi, endocrinologo, immunologo, psichiatra, docente universitario al Policlinico Umberto I e alla Sapienza di Roma: l’unico, attualmente, che può diagnosticare tale patologia.
Dopo aver ricevuto le risposte degli esami mandati all’estero, mi viene fatta immediata certificazione per ottenere il permesso di viaggiare con un aereo di Stato per andare a Dallas dal Professor J. W. Rea, il primo al mondo ad aver scoperto la patologia 40 anni fa. Da lui si sono recate 50.000 persone e sempre da lui sono andati tantissimi medici provenienti da tutto il mondo al solo scopo di imparare: Canada, Usa, Svezia, Danimarca, Giappone, Cina, Inghilterra, Austria, Belgio, Germania, ecc. Loro hanno riconosciuto la malattia e si sono mobilitati per fare una diagnosi, per trovare una cura e per formare il personale. Premetto che sono 40 anni che il Professore J. William Rea si deve difendere dagli attacchi di case farmaceutiche ed assicurazioni che cercano di screditarlo. Una di queste è l’American Board che porta avanti la denuncia di tre anonimi contro il Professor Rea. D’altronde la sensibilità chimica non si può curare con i farmaci in commercio perché contengono elementi chimici, coloranti e conservanti. Lascio trarre a voi le conclusioni. Questa malattia, senza voler fare terrorismo, è la prova lampante di un sistema ottuso, corrotto, ipocrita, omertoso, complice della consapevolezza dell’esistenza di una pandemia chimica, correlata alle malattie più spietate e alle sindromi più diffuse. A Marzo 2008 mi accompagnano al S. Orsola di Bologna, ma questa volta mi presento di fronte al poliambulatorio per MCS. Devo percorrere l’interno dell’ospedale sorretta da entrambe le parti per non cadere. Ho le gambe malferme. Mi trascinano per non farmi prendere ulteriori esposizioni e finalmente arrivo. Telefono al reparto di medicina del Lavoro. Avverto che sono di fronte al laboratorio, che è chiuso e che non c’è nessuno. Si alterano a causa della mia presenza. Dopo aver sentito tutti quegli odori ho necessità di andare in bagno. Noi malati di sensibilità chimica ne abbiamo bisogno perché i nostri reni vengono come martellati dalle esposizioni. Dopo più di 40 minuti arriva il medico part-time, assunto da Violante. Quando apre lo studio mi accorgo che manca il bagno. Mi dice che se voglio andare in bagno devo rientrare in ospedale, fare il percorso già fatto e oltrepassare la sala d’aspetto.
Provano ad accompagnarmi, si sente a distanza il detersivo ed il deodorante per ambienti. Ho una specie di attacco d’asma e così mi riportano velocemente fuori perché era impossibile per me entrare in quel bagno. Il dottore mi dice che per il mio stato, anche se grave, non c’è possibilità di ricovero e mi consiglia delle cure omeopatiche per poter guarire. Tali sono le direttive del Dottor Violante. La stanza dove il dottore part-time mi ha ricevuta, è piccola, ha odore di tinteggiatura, un mini lavandino, una scrivania grandissima con formaldeide, un mobile, un lettino, un carrello con guanti per me non adatti, ma la chicca più gustosa è…..un computer ed una stampante, quindi Toner! Comunico al medico che mi brucia la testa, che mi sento male e quindi gli chiedo di aprire la porta. Lui si risente e dice che sono l’unica a lamentarmi. Sto veramente male, vengo riaccompagnata nella macchina, decontaminata per giorni prima di poterci entrare, ma i miei reni non reggono. Ricordo l’umiliazione delle persone che guardavano i miei pantaloni visibilmente bagnati, le lacrime che bruciavano sulle mie guance come se fossero acido, le persone che mi sostenevano e cercavano di farmi ridere, che sdrammatizzavano per non farmi assalire dalla vergogna. Prima di andare a Bologna avevo mandato una persona di fiducia in un’agenzia investigativa: 230 euro per affittare una microcamera alta 4 cm e larga 1. L’avevo cucita all’interno della mia tracolla. Tutto quello che ho appena descritto è stato videoregistrato. Ovviamente ci sono delle cose che non posso raccontare perché sono ancora oggetto di indagine. Ci sono persone che non vogliono che io parli di queste registrazioni perché vogliono proteggermi. Ma io invece lo dico e se le indagini non saranno portate avanti, beh, farò immettere tali immagini nel web.Di ritorno a Forlì faccio esposto ai NAS di Bologna. In tutto siamo in 7: 4 in Italia e 3 in clinica a Dallas dal Professor Rea. E’ inutile dire che noi dell’esposto abbiamo avuto tutti un diniego alla nostra richiesta di poter andare alla clinica di Dallas. Il parere negativo partiva dal Dottor Violante di Bologna, essendo lui il referente per il centro. Vi lascio immaginare il seguito della richiesta alla mia ASL: Violante si costituisce parte civile e mi nega il permesso di partire. Avevo già fatto richiesta nei mesi precedenti alla Presidenza e al Ministero della Sanità, ma il “no” era già arrivato 4 volte. Cade il Governo. Faccio nuovamente richiesta per l’aereo di Stato documentando la situazione. La nuova Presidenza del Consiglio risponde “si” e mi mette in contatto con la Prefettura di Forlì e con l’aeronautica.Ci sono state tante minacce, hanno provato a ricattarmi, impaurirmi, ma non ci sono riusciti.So che sembra tutto assurdo, ma ho le prove di tutto quello che vi racconto e anche di ciò che non posso raccontare. Dopo tanta fatica, con la collaborazione incredibile del personale dell’Aeronautica, il 19 Agosto 2008 il FALCON 50 parte dall’aeroporto di Forlì.Arrivo a Dallas in Texas, un taxi appositamente decontaminato ci accompagna al Marriott dove il Professor Rea da anni ha ristrutturato una parte di appartamenti con materiali ecocompatibili.
Dopo 2 giorni vengo visitata in clinica. Il primo impatto è stato tremendo per vari motivi. Non conosco l’inglese e non capivo niente di ciò che veniva detto. La clinica non era bellissima, ma il motivo l’ho capito solo in seguito, quando ho compreso la necessità di coprire tutto con l’alluminio ed il perché dell’assenza di fronzoli che potevano essere nocivi per la salute mia e degli altri pazienti. Non voglio parlare degli incontri sgradevoli, fatti con alcuni italiani, malati attualmente in clinica. Ma ho il piacere di raccontarvi di Antonella, una giovane mamma malata che era a Dallas con la sua bambina meravigliosa di 2 anni e suo marito, anche lui una persona eccezionale.L’unico vero aiuto che ho ricevuto è stato da parte di Antonella che, sapendo perfettamente inglese, tedesco e cinese, quando sono rimasta veramente sola è stata per me fondamentale. Ma non è solo per questo che le ho voluto subito bene. Mi sono legata a lei per la sua limpidezza, la sua voglia di vivere per continuare ad amare sua figlia, la mia dolce principessa. Però Antonella aveva molti problemi di salute che non le permettevano di andare costantemente in clinica. Io avevo affittato una macchina, un po’ grande, ma l’unica che tolleravo. Dopo 5 giorni e 5 notti sono riuscita a decontaminarla. Nel frattempo cominciano ad arrivare le prime risposte alle indagini genetiche e diagnostiche. Tutti mi guardavano come se fossi un fantasma ed io non capivo. Antonella traduceva le parole del Professor Rea che si dimostrò davvero sorpreso del mio stato clinico. Pensava che avessi meno problemi ed invece geneticamente ero messa molto male. Vari organi risultavano compromessi; anche il sistema nervoso centrale autonomo era compromesso. Ecco perché prima di partire per Dallas avevo perso l’uso delle gambe e della parola. Encefalopatia tossica: tutto compromesso. Rea si volta verso di me e in un italiano stentato mi dice “Lo Pinto grande problema!”. A me venne spontaneo ridere per come si era espresso e gli risposi “Professor Rea, sta a guardare il capello! Ho la MCS, cosa vuole che sia il resto?”. Mi aveva capito anche se non parlavo inglese. Io mi guardavo intorno e vedevo tanta tristezza, angoscia, sofferenza, Ma la cosa più visibile era la depressione di tutti quelli che arrivavano in clinica, quasi in un’altra dimensione. Nessuno sorrideva e scherzava, a parte me ed Antonella. Per noi ogni scusa era buona per ridere.Dopo giorni di esami era arrivato il momento di detossificare e testare vari alimenti. Bisognava fare tutto quel che serviva. E’ stata dura ma pian piano sono riuscita a fare la terapia del calore per detossificare. Ho capito dopo qualche giorno quanto fosse importante. Ero sola con me stessa, non sapevo la lingua, dovevo provvedere a fare la spesa e a farmi da mangiare. Era quasi un anno che non cucinavo, che non tolleravo nessun odore, soprattutto l’odore dei cibi cotti. Passava il tempo e riuscivo a fare sempre più cose. Le mie giornate trascorrevano velocemente. Solo quando dovevo fare dei test le giornate diventavano interminabili. Ginnastica prima della terapia del calore, terapia del calore, testare e provare i supplementi testati, un po’ per volta. L’ossigenoterapia è stata un gran problema inizialmente. Non riuscivo a far capire ai medici che percepivo l’ottone dentro al gorgogliatore di vetro. Avevo un filtro attaccato alla bombola, atossico, rettangolare, 50cm x 35 cm che si gonfiava durante la terapia e faceva in modo che l’ossigeno non arrivasse direttamente per non compromettere polmoni e cervello. Ma io sentivo l’ottone. Così mi hanno procurato un prototipo in acciaio. Con quello era tutto perfetto, ne esisteva solo uno e ancora adesso lo tengo sempre con me. Non potevo fare le flebo perché, essendo da sola, non sarei stata in grado di tornare in clinica. So che può sembrare un controsenso ma per stare bene prima devi stare male, detossificare non è uno scherzo. Sono accadute tante cose, ho visto persone provenienti da ogni parte del mondo, e tutte loro avevano in comune la stessa cosa: la paura. Io avevo preso la decisione di non avere paura, tanto non capivo quasi niente di quel che dicevano. Ci sono stati momenti bruttissimi, mi assaliva la disperazione e quando stavo male mi chiedevo se sarei riuscita a tornare viva a casa. Mi deprimevo quando andavo a fare la spesa e non riuscivo ad entrare o quando non capivo cosa c’era scritto sulle etichette della roba che compravo. Ma poi tornavo a ripetermi “Devo farcela, ho la mia famiglia che mi aspetta, le persone che amo”. Ho la fortuna di non avere il gene della depressione, di non soffrire di solitudine, di voler sdrammatizzare. Ma capisco chi non riesce a reagire come me, so che non è semplice. Comunque ci vorrebbe troppo tempo per raccontare tutte le cose importanti. Ci sono state delle complicazioni, io miglioravo ma c’era qualcosa che si era impadronito dei miei organi (BLASTOCISTIS HOMINIS) un parassita killer che proliferava dentro di me, che si era accomodato senza chiedere permesso e aveva preso il sopravvento.
Vomitavo sangue dopo i più tremendi accertamenti, fatti per escludere il peggio. Abbiamo trovato ospiti. Di solito le persone normali prendono antibiotici mirati, ma noi malati di MCS non possiamo. Hanno cominciato subito a testarli su di me ma io non ne tolleravo nessuno. Ne hanno fatto arrivare uno sperimentale dall’Arkansas ma il tentativo è fallito. Il mio corpo non tollera farmaci. Stavo migliorando anche se ero consapevole di avere poche possibilità, anzi nessuna, di guarire. Ero arrivata troppo tardi, ma per me la cosa più importante era l’aver riconquistato la padronanza di me stessa, dei miei movimenti, della parola, della mia vita, anche se momentaneamente. La decisione di tornare, dopo che la gravità della mia salute era certa, come era certo il tempo della mia permanenza: era troppo oneroso. Le mie risorse economiche scarseggiavano. Decido, con il parere del Professor Rea, di spendere i soldi rimasti per comprare tutto il necessario per proseguire le cure a casa, anche perché da sola in America non potevo provvedere alla mia sopravvivenza. Il personale della clinica mi ha aiutato a capire cosa devo fare, mi hanno scritto, passo dopo passo, cosa devo fare per mantenere stabile il mio miglioramento.Ho chiesto al referente di Houston di poter rientrare in Italia. Ho comunicato la mia decisione alla Presidenza del Consiglio, al Ministero degli Esteri, all’Aeronautica, alla Prefettura, all’Asl ed al mio medico. Burocraticamente è stato veramente sconvolgente anche chiedere il rientro. Quando si è malati è tutto più difficile.
A Novembre rientro in Italia migliorata del 50% e forse del 70%.Porto all’ASL tutto quello che avevo fatto a Dallas, comprese le fatture per avere il rimborso delle spese sostenute: 286 pagine in totale. Con mia grande sorpresa la ASL si rifiuta non solo di rimborsarmi ma anche di farmi continuare le cure. Fa scadere gran parte dei farmaci e, cosa ancora più vergognosa, si rifiuta di farli arrivare, consapevole che posso ottenerli solo tramite loro, perché con le leggi attuali, li requisiscono alla frontiera. Inoltre sono farmaci che non devono essere irradiati per non subire alterazioni, dato che non contengono coloranti, conservanti e additivi.Attualmente mi è rimasto solo qualche supplemento e sto facendo flebo con parte di farmaci ormai scaduti.
Il mio medico ha dovuto mettere per iscritto la sua autorizzazione nella somministrazione di tali farmaci per non abbandonarmi anche lui come hanno fatto le Istituzioni. Sto peggiorando giorno dopo giorno ma non mi nascondo.
Finché avrò un filo di forze continuerò ad imporre la mia presenza “disturbando” le Istituzioni. Ho pestato troppi piedi, tolto troppi coperchi, messo in pericolo troppi interessi. Ma a dispetto loro sono ancora viva, nella mia assurda situazione. Sono fortunata perché ho una famiglia intelligente, che mi è stata vicina cercando di non farmi pesare lo stravolgimento di tutti quanti. Ho una famiglia che ha capito che c’era qualcosa che andava oltre una semplice malattia. Sappiate che non tutti i malati hanno la possibilità di essere compresi, il più delle volte vengono abbandonati dagli affetti e, peggio ancora, dalle famiglie. In questa malattia si viene calpestati, derisi, offesi, non creduti. C’è chi si è tolto la vita, chi non è riuscito a resistere all’umiliazione di un orrendo sistema traviato, all’inadeguatezza di medici male informati o volontariamente bendati per non vedere, sordi per non sentire. Non si deve fare terrorismo sulle malattie ma bisogna prendere atto del fatto che questa è una pandemia chimica. Il nostro Ministero della Sanità si è scrollato di dosso questa responsabilità, dando libertà di decisione alle Regioni riguardo al riconoscimento o meno di questa scomoda patologia.
L’Emilia-Romagna e la Toscana sono state le prime nel riconoscere questa patologia ed in seguito lo hanno fatto anche altre regioni.
Ma di fatto, l’Emilia-Romagna ha negato volutamente aiuto a chi è affetto da questa sindrome, cercando di psichiatrizzare tutti i pazienti che riferiscono questi sintomi, sottraendo il vero protocollo per il riconoscimento e applicandone un altro, falsando i dati comunicati al Ministero della Sanità, alla Giustizia.
Dovremmo chiederci chi ha messo quel gruppo di incompetenti, impreparati, parassiti del sistema sanitario al comando per il riconoscimento di una malattia così complessa, importante, determinante per il futuro dei nostri figli, per il futuro della nostra Terra.
So che è difficile, dopo tutte queste omissioni, dover ammettere l’esistenza di una cosa così grande correlata alla maggior parte, se non a tutte, le patologie più gravi. Sarebbe come confessare che le statistiche di tolleranza dei farmaci, degli alimenti, dei prodotti per la pulizia, di ciò che indossiamo, di quel che facciamo entrare nel nostro mercato attraverso accordi internazionali, sono false. Non riesco a continuare perché le cose che offendono la mia intelligenza sono davvero troppe. Non è necessario studiare e laurearsi per capire cosa si nasconde dietro questo ignobile scempio umano.
Le persone affette da questa sindrome sono più di 700.000 e più del triplo non sa di averla. L’Emilia-Romagna, il 9 Settembre 2009, ha cancellato dall’elenco delle Malattie rare la SENSIBILITA’ CHIMICA MULTIPLA dichiarando che l’apposito centro specializzato rimane ma che ci si può curare in qualsivoglia ospedale. Sono inorridita dal fatto che le nostre Istituzioni permettano a questi ciarlatani di fare false dichiarazioni, e che la giustizia non muova un dito per fare pulizia di questi delinquenti legalizzati. Ma forse vogliamo o preferiamo pensare che il resto del mondo dichiari il falso, pur avendo all’attivo 40 anni di ricerche e prove diagnostiche e genetiche? Qualcuno dovrebbe chiedersi perché tutti quelli che hanno firmato per togliere questa sindrome dall’elenco delle malattie rare, fanno parte tutti dello stesso partito. E ci si dovrebbe chiedere perché i tredici consiglieri dell’Emilia-Romagna e della Toscana fanno parte sempre dello stesso partito. Sono tutti soci della Glaxo Smith&Kline.
Il mondo gira intorno ai soldi e allora va bene, è possibile anche questo, basta che curino veramente le persone e diano i supporti necessari a terminare la vita dei malati dignitosamente. Forse non riuscirò ad ottenere niente, ma sicuramente la mia vittoria più grande è quella di non aver accettato compromessi, non essermi fatta corrompere, non essermi intimorita. Ho deciso molto tempo fa che non mi sarei lasciata andare e sopraffare dalla malattia, ma preferisco farmi rincorrere da lei. Si, è vero, ogni tanto mi raggiunge, mi blocca, ma riesco ancora a darle del filo da torcere e a lasciarla dietro di me. Mi sono sentita dire più di una volta “Signora, prima o poi tutti dobbiamo morire!”. Si, è vero, ma in questo caso lo hanno deciso loro. Io una soluzione, anche se momentanea, l’avevo trovata. Loro mi hanno tolto il diritto di cura e di vita. Quando morirò sarà omicidio colposo, anzi premeditato. Ed io sono solo una dei tanti.
Lo hanno fatto consapevolmente e sicuramente, prima o poi, qualcuno si stancherà di essere complice. In queste morti annunciate io vi chiedo di salvaguardare i più piccoli perché abbiamo la loro responsabilità. Il futuro sono loro. Il cancro peggiore è quello contro la nostra società radicata e rappresentata da chi è più oscuro del male stesso.


Ringrazio infinitamente:
la mia famiglia e le persone che amo,
la Presidenza del Consiglio,
il Ministero degli Esteri,
l’Aeronautica,
l’Ambasciata di Houston,
il Professor Genovesi,
il mio medico Dottor Sbrana,
il Dottor Mancuso,
la Prefettura di Forlì-Cesena,
il Consolato americano a Firenze,
Paola Conversi,
la mia amica malata Martina,
la Questura di Forlì
e un grazie ai giornalisti e cronisti che danno voce a tutti i malati invisibili.


Giulia Lo Pinto

mercoledì 1 settembre 2010

Cane pulcioso

Pimpa ha le pulci.
Non c'è problema, direte voi. Una pipettina di antipulci e il gioco è fatto... ma in questa casa prodotti chimici non possono più entrare e così i casi sono due:

1) Mi tengo il cane pulcioso (ma non mi sembra igienico e poi povera Pimpa, continua a grattarsi come una matta!!!)
2) Trovo una soluzione ecologica e naturale per debellare l'orrida bestia.

Ed è davvero orrida. Guardate un po' qua!!!


Ho trovato in rete questa ricetta per preparare un collare antipulci ecologico utilizzando soltanto prodotti naturali.
Allora, serve un collare in tessuto di cotone, possibilmente non trattato in alcun modo; due cucchiaini di alcool puro; un cucchiaio di olio essenziale di rosmarino; un cucchiaio di olio essenziale di cedrina; un cucchiaio di olio essenziale di lavanda; un cucchiaio di olio essenziale di mentuccia; l'olio di 4 capsule di aglio oppure l'acqua di un decotto di 4-5 spicchi d'aglio.
Bisogna immergere il collare in questa miscela e lasciarlo per almeno un'ora.
L'effetto antiparassitario dovrebbe durare per circa un mese, dopo di che si ripete l'operazione.
Se non si dovesse trovare uno o più di questi ingredienti, non importa. Quelli però che non devono assolutamente mancare sono l'alcool puro e l'aglio.

Proverò al più presto questo metodo e poi vi farò sapere.
Per concludere una vignetta divertente!!!


A tutti voi un abbraccio e un bacio
Francesca